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Anche quest’anno, nella Festa dell’Immacolata Concezione, le persone che decidono di aderire all’Azione Cattolica, dichiareranno in forma pubblica davanti alle loro comunità parrocchiali, il loro “si”, come Maria, a vivere la loro vocazione battesimale come laici associati.

Rinnovare o dare la propria adesione all’Azione Cattolica non è mai un gesto tradizionalista o ripetitivo, ma ha un valore profondo in quanto è riassumersi una responsabilità condivisa a servizio della Chiesa e del mondo, come testimoni dell’Amore di Dio Padre.

Come laici di AC crediamo che promuovere la formazione della coscienza umana e cristiana delle persone, educarle al discernimento per una testimonianza consapevole e appassionata della Buona Novella e che continui ad alimentare la Speranza verso il Regno di Dio, in questo nostro povero mondo, abbia un valore ancora prezioso. Lavorare per il Regno di Dio, significa lasciare spazio allo Spirito Santo perché illumini i cuori e le menti degli uomini perché investano i loro talenti in percorsi di Pace, giustizia, fraternità universale, bellezza.

Come il nostro attuale Presidente nazionale Giuseppe Notarstefano ci ha ricordato al Convegno delle Presidenza, l’Azione Cattolica non ha un piano B, ma solo quello di investire in questo cammino, ora più che mai in cui le ombre della guerra, disperazione, fame, crisi climatica sembrano offuscare la fiducia nel Regno di Dio. Ma noi cristiani non dobbiamo lasciarci ingannare né dal dubbio né dall’impazienza. La Resurrezione di Cristo ha già segnato irreversibilmente la storia.

Su questo, ragazzi, giovani e adulti, anche quest'anno desiderano dire il loro “si!”.

Inoltre, quest’anno l’adesione assume particolare importanza in quanto tutti le cariche di responsabilità nazionali, diocesane e parrocchiali giungono al termine del loro triennio (

che a causa della pandemia è diventato quadriennio) di servizio. In associazione, per statuto e in virtù della corresponsabilità, ogni carica si rinnova periodicamente attraverso una votazione democratica.

Questo traguardo è sempre accompagnato da un percorso assembleare in cui tutti gli aderenti sono chiamati a fare discernimento sul cammino vissuto e a individuare le linee future su cui guardare e agire nel triennio successivo.

Anche nella nostra diocesi, in cui ad oggi esistono 20 Associazioni parrocchiali distribuite su tutti i vicariati tranne il Casentino e un associazione di Centro Diocesano, che raccoglie tutti gli aderenti, che non hanno un riferimento in parrocchia, sta vivendo questo cammino.

Partendo dal materiale inviato dal Centro Nazionale, ogni associazione locale ha vissuto un momento assembleare con il metodo sinodale e si è confrontata, in particolare, sul tema della Comunione e Responsabilità.

Come Presidente, alla fine del mandato e che ha avuto l’onore di essere al servizio di questa bella realtà, è stato davvero emozionante e generativo, visitando le varie assemblee, vedere come le persone, seppur in piccoli gruppi, magari anche avanti con l’età siano ancora affezionate a questa associazione, quanto siano grate per i doni ricevuti e quanto siano ancora convinte nonostante le difficoltà a promuovere questa esperienza. Tanti semi preziosi sono stati seminati e certamente fioriranno.

Un dono grande che mai avremo pensato di vedere in questo quadriennio, segnato duramente dalla pandemia, è stata la bella fioritura di giovanissimi che si sono avvicinati alle proposte dell’Azione Cattolica e che con entusiasmo si sono resi disponibili nel servizio educativo dei più piccoli e che hanno ri-dato vita al Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC) che proprio il 9 Dicembre, verrà ufficialmente costituito con il suo primo Congresso a Villa Pettini.

Dopo i percorsi assembleari parrocchiali, dopo il rinnovo delle adesioni e dopo il Congresso del MSAC, il 28 Gennaio 2024 in Seminario a Fiesole, sarà la volta dell’ASSEMBLEA DIOCESANA ELETTIVA, che concluderà il percorso diocesano, in cui verranno eletti i nuovi membri del Consiglio Diocesano. Sarà un momento importante, condiviso anche con il nostro Vescovo Stefano, in cui faremo memoria del cammino fatto, faremo sintesi di quanto emerso dalle parrocchie e dal Consiglio uscente e affideremo le consegne agli amici che continueranno il tratto di cammino successivo.

Consegneremo un’associazione, certamente con criticità, soprattutto per quanto riguarda il coinvolgimento della fascia compresa tra i 20 e i 40 anni, per quanto riguarda il radicamento sul territorio delle parrocchie che sono in continua trasformazione e per quanto riguarda la formazione dei responsabili, ma anche ricca di potenzialità e di doni, disponibile a servire ancora con fedeltà la nostra Chiesa, perché gli sguardi incontrati, i cuori schiusi con fiducia, le menti maturate e la gioia degli abbracci, il senso di responsabilità profondo che abbiamo sperimentato nei cammini dei nostri gruppi, nei nostri Campi scuola o in altre iniziative ci hanno manifestato che l’amore del Signore non tradisce, non si spegne, ma genera continuamente. A noi il coraggio e l’umiltà di pensare, costruire, insieme ai nostri pastori, percorsi perché tutto questo possa trasformare in bene la storia della nostra umanità.

Il laico, come ogni cristiano, è chiamato in virtù del suo battesimo ad esprimere la sua unione con Cristo nella vita e in in particolare è chiamato per sua “vocazione a cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio”.(LG, IV, cap.31). Una vocazione fondamentale per la crescita e il cammino della Chiesa e che richiede un continuo esercizio di corresponsabilità tra i laici stessi e tra laici e clero. Essere corresponsabili significa sentirsi chiamati direttamente a promuovere la crescita delle comunità ecclesiali nei territori, non solo nell’ottica di svolgere un servizio su richiesta ma in risposta al proprio battesimo. Se Papa Francesco ha rimesso a tema questi concetti, forse è perché, nonostante siano passati 60 anni dal Concilio Vaticano II, la strada da percorrere è ancora lunga e forse basterebbe guardare le nostre comunità per dedurre che forse le cose stanno proprio così.

Da qui, la seconda pennellata, ricordando uno degli obiettivi dell’Azione Cattolica, che è stato ed è proprio questo: formare un laicato maturo e consapevole della propria vocazione battesimale per offrire al mondo uomini e donne appassionati del Signore, della sua Chiesa e quindi dell’umano.

Aderire all’Ac è una scelta vocazionale di laici che scelgono di fare questo percorso in modo associato, democratico, permanente.

Oggi è una sfida che rinnoviamo con entusiasmo, fortificata anche dalla presenza dei quei volti di ragazzi, giovani e adulti che incontriamo nella vita dei gruppi, delle iniziative diocesane e che continuano a chiedere di vivere esperienze di fede significative che diano senso e bellezza alle loro vite.

Il momento dell’adesione è davvero un momento di festa, perché come Maria riconfermiamo come ragazzi, giovani e adulti, il nostro “SI” al Signore ed è una festa che si moltiplica e diventa ancora più autentica quando riesce ad intercettare e accogliere nuovi soci che “riconosciamo come un dono prezioso per la Chiesa e per il nostro Paese”, come ci ha ricordato il nostro Presidente Nazionale Giuseppe.

Simona Granchi

Presidente Diocesana.