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È difficile esprimere a parole la ricchezza del Convegno Educatori e Responsabili di AC che si è svolto a Grati il 21 e 22 Settembre. Non solo per la grande partecipazione, con quasi 70 persone (di cui più 50 giovani tra i 17 e i 22 anni), ma anche per la varietà di esperienze e di realtà della nostra diocesi rappresentate. Sono stati due giorni in cui abbiamo avuto modo di confrontarci profondamente, proprio all'inizio di questo nuovo anno pastorale, sulle nostre realtà parrocchiali, sulle esigenze che vediamo e le proposte che vogliamo portare avanti. In particolare abbiamo rimesso al centro la scelta missionaria del Gruppo Associativo.
Questo anno è infatti dedicato in modo particolare al tema della missione: il Vangelo che ci accompagna - Matteo 22, 1-24 - ci invita a chiamare alle nozze tutti quelli che incontriamo e ci interroga sia come destinatari dell'invito che come annunciatori: ci lasciamo coinvolgere fino in fondo da quello che viviamo e siamo poi capaci di stimolare la partecipazione degli altri, di essere comunità davvero accoglienti? 
Di forte stimolo sono le parole di Papa Francesco che ci fa riflettere, singolarmente e come associazione, sulla nostra capacità di incontrare le persone, di trasmettere loro la gioia dell'incontro con Dio. Il Papa ci invita ad uscire da noi stessi, dalle nostre comunità che troppo spesso rischiano di chiudersi al loro interno. In questa direzione importante è stato l'incontro con Maurizio Semiglia, consigliere nazionale del settore Giovani, che ci ha parlato dell'importanza del gruppo come luogo cardine attraverso il quale proporre l'esperienza di AC e, più in generale, la parrocchia: c'è davvero tanto bisogno che si ritorni, nella vita ordinaria, a costruire dei percorsi che permettano ai nostri bambini, ai nostri ragazzi, giovanissimi, giovani e adulti di crescere in umanità e spiritualità, sperimentando nella comunione e nella fraternità l'incontro con il Signore. 
Il gruppo, ci è stato ricordato, non deve essere un “clan”, un luogo dove c'è “aria viziata”, aria di chiuso: il gruppo è missionario quando sa accogliere le diversità, quando è capace di rivolgere a tutti, “buoni e cattivi”, vicini e lontani, l'"annuncio delle nozze".
In questi due giorni abbiamo sperimentato la ricchezza dell'AC che ci chiama a sentirci responsabili insieme, giovani e adulti, di parrocchie e zone a volte completamente diverse. E questo ci aiuta a dare un respiro più ampio a ciò che facciamo: credo davvero che “ci sia di più” nel vedere che non siamo soli ma sostenuti da tante persone che come noi vivono la gratuità e il servizio in uno spirito di corresponsabilità. 
Come giovani quest'anno in particolare siamo chiamati a “metterci la faccia”, siamo chiamati cioè in tutti i luoghi che frequentiamo (la casa, la parrocchia, il lavoro, l'università, lo sport, il tempo libero...) a testimoniare la gioia dell'incontro con il Signore. “Andate, senza paura, per servire. Sperimenterete che chi evangelizza è evangelizzato, chi trasmette la gioia della fede, riceve gioia: cari giovani, nel ritornare alle vostre case non abbiate paura di essere generosi con Cristo, di testimoniare il suo Vangelo. Gesù Cristo conta su di voi. La Chiesa conta su di voi. Il Papa conta su di voi.”. Questo il mandato di Papa Francesco ai tre milioni di giovani partecipanti alla GMG che vogliamo fare nostro ricordando che “anche l'Azione Cattolica conta su di noi”.
 
Giuditta Torrini
Consigliere diocesano per il Settore Giovani