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Proponiamo due interviste a cura di Paola Conti per il Settimanale diocesano "La Parola"

Domenica, 26 gennaio, presso il Seminario Vescovile di Fiesole, nella giornata della XV assemblea diocesana elettiva dell’Azione Cattolica, non ci sono state “carrambolate” ma grandi incontri fra persone che si sono rese testimoni di autentica vita cristiana. E’ comunque una sorpresa, quando nell’ordinario del quotidiano si scopre la gioia che deriva da questa esperienza e si arricchisce nel confronto con l’altro. Non è necessario un dialogo con tutti, perché impossibile per l’intensità dei lavori e per numero di persone partecipanti, respirando tuttavia un clima di accoglienza e apertura.

L’opportunità di approfondire alcuni aspetti riguardanti l’esperienza associativa, al di là della densa relazione del presidente uscente, Stefano Manetti, si è presentata intervistando il vicepresidente, Tiziano Broccoli, poi Simona Granchi, componente del Consiglio diocesano. Il primo, sposato (due figli), con esperienza associativa e di incarico di presidente AC a Pistoia, oggi parte vitale della realtà fiesolana ha fornito risposte chiare, utili a comprendere meglio il significato ed il ruolo dell’Azione Cattolica. D. Quale è il suo ruolo e la sua struttura rispetto ad altre realtà del mondo cattolico? R. Intanto, è un’Associazione e non un Movimento, il cui rinnovamento avviene automaticamente. Ogni tre anni, per Statuto, gli incarichi di servizio vengono rimessi in discussione, sottoposti al giudizio degli iscritti, partendo dalle parrocchie fino ad arrivare all’Assemblea Nazionale. Il rinnovamento è ulteriormente garantito, perché ogni carica di responsabilità dopo 2 mandati scade definitivamente. D. Cosa caratterizza la scelta di essere AC? R. Passione, volontà di essere testimoni alla sequela di Cristo e gratuità del servizio. D. La differenza vera e propria rispetto ad un Movimento? R. L’Azione Cattolica è una specifica forma di ministerialità  laicale nata tanti anni fa per scelta di alcuni laici che annualmente prevede la decisione del socio di ri-aderire all’Associazione, prendendo impegno pubblico davanti alla Comunità. L’azione cattolica, con iniziale minuscola, è sempre esistita, quella di tutti i giorni nelle parrocchie, laici che collaborano con il parroco, ricordando che ciascun battezzato ha il compito di evangelizzare con gioia. La prima svolge questo compito insieme e con gli altri, la seconda caratterizza l’impegno sul piano più limitatamente personale. D. Cosa ti ha dato più conforto  nel cammino di esperienza fiesolana? R. La forte tradizione che sostiene l’impegno e lo aiuta a mantenerlo anche dopo aver lasciato l’incarico. Il continuo formarsi è alla base del vivere con un certo stile per vivere appieno il proprio essere cristiani, ci fa maturare nella comunione e rende bella la propria vita. Quest’anno, mia figlia che ha accettato di entrare nel Consiglio diocesano, rappresentante giovani, mi ha dato grande gioia per il cammino di fede fatto. D. Perché questa forma di servizio non viene presa in considerazione o non esiste in molte parrocchie? R. Alcuni parroci, rimasti a tempi pre-conciliari non conoscono l’attuale AC; la sua crescita avverrà se ci sono sacerdoti che la possono promuovere anche se non potrà raggiungere i milioni di iscritti degli anni ’50 del secolo scorso. La nota di presentazione del catechismo di iniziazione cristiana (1991), ad es. potrebbe essere riferimento per proposte di formazione ACR, un modo nuovo per sviluppare conoscenza e appartenenza. Occasioni di aggiornamento e approfondimento sono sempre esistite nel percorso AC fiesolano, dai ritiri mensili alle “due giorni unitarie” o alle “tre giorni” ad es. prima di Quaresima. Per gli orientamenti pastorali 2014-2015 è prevista, come ha annunciato il Vescovo Mario, la catechesi per gli adulti. D. Cosa conta nelle parrocchie perché l’AC risponda alle specifiche esigenze? R. Mantenendo la proposta di formazione generale, conta darle un assetto secondo i bisogni della propria comunità. L’impegno deriva anche dalla consapevolezza maggiore del proprio battesimo. D. Quale traguardo si porrà o si è posto il Gruppo Diocesano Adulti? R. Con uno stile nuovo, stimolare la nascita di gruppi nelle parrocchie, raccordando l’esistente e soprattutto ritrovarsi insieme per discuterne. D. Cos’altro, ancora, distingue l’AC da un Movimento cristiano? R. La presenza continua che abbraccia tutti da quando uno nasce a quando uno muore. D. Mantiene sempre un ruolo di riferimento per un impegno politico-sociale? R. Certamente, perché aiuta a sviluppare la propria coscienza, nella ricerca di verità e di giustizia, secondo la parola evangelica, presupposto prepolitico, attraverso varie attività ed iniziative, dai campi estivi adulti agli esercizi spirituali o ad incontri tematici di carattere politico in senso alto. D. Quale principio è presente nell’incontro con l’esterno? R. Imparare ad accogliere Dio per andare incontro a tutti e ad essere Comunità (dove due o tre saranno riuniti in nome mio, sarò in mezzo a loro). Inoltre nessuno deve enfatizzare le posizioni coperte, rendendo questo vero e bello.

A Simona Granchi, lavoratrice, sposata a Marco,  3 figli (Pian di sco’) D. Cosa ha significato partecipare al Consiglio AC diocesano? R. L’appartenenza al CD mi ha offerto la possibilità di avere uno sguardo di insieme delle molteplicità associative; esperienza vera che si incarna nelle singole esperienze parrocchiali: storie e tessuti sociali diversi e confronti con persone che vengono da cammini diversi. Arricchisce l’esperienza formativa anche per la progettazione di tutta l’Azione che si esprime nelle realtà parrocchiali. D. L’Azione Cattolica nella tua parrocchia in che modo ha segnato la vita della Comunità? R. L’esperienza è stata molto viva, ha avuto un impatto incisivo forte sul territorio. Si è creato un percorso aperto alle altre esperienze associative presenti, anche a livello sociale. E’ diventata per tutti non solo luogo di aggregazione ma riferimento per la formazione. I percorsi formativi numerosi, infatti, per ogni fascia di età sono molto strutturati con una presenza che va da 20 a 50 componenti. Insomma una grande famiglia allargata nel senso migliore del termine. Grazie amici in Cristo, per il vostro apporto entusiast