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Caro Andrea (don), gli amici di Toscana Oggi mi hanno chiesto di scrivere un pezzo per commemorarti; puoi immaginare il mio imbarazzo a prendere carta e penna. Ho pensato invece di affidargli questa lettera: due righe che ho deciso di scriverti per salutarti come due vecchi amici costretti ad un prematuro distacco. Del resto quando ci siamo sentiti venerdì mi avevi confortato dicendomi: non ti preoccupare non mollo. Sei stato bravo a tenerci tutti tranquilli pensando di farla franca anche questa volta.  Sei sempre stato piuttosto timoroso, ma in questa circostanza hai avuto un coraggio da leoni.

È incredibile constatare che fino all’ultimo hai mantenuto viva l’attenzione ai giovani, al seminario, alla musica. I tuoi “pallini”, le tue vere passioni, che hanno caratterizzato la tua vita sacerdotale. Non sono certo ora nelle condizioni per ripercorre questi quarant’anni di sacerdozio: certamente rileggere la tua vita significa ripercorrere la storia di un’avventura, dove il protagonista è il Vangelo di Gesù che come ci hai sempre detto resta “una lunga e bella catena di amicizie”.

Una fraternità che grazie al servizio in Azione Cattolica, nella FUCI, nel MEIC, nell’UCID, nell’Università Cattolica, nell'USMI (spero di non aver dimenticato nessuno) ha oltrepassato i confini della Diocesi fiesolana - che ti ha formato, che hai servito con fedeltà e abnegazione - e si è allargata alle altre Chiese toscane. Hai saputo intrattenere relazioni significative anche con il livello nazionale dell’associazionismo: ti mandano i loro saluti Giuseppe Notarstefano, Franco Miano, Luigi Alici.

Ma i tuoi orizzonti sono sempre stati ampi: hai coltivato la tua amicizia con l’Opera Gioventù Giorgio La Pira e con il Movimento dei Focolari a Loppiano. Mi tornano alla mente con piacere i racconti dei tuoi incontri con Padre Rupnik e Chiara Amirante.

Ma poi: ti ricordi quanto hai reso protagonista nella vita della Chiesa fiesolana il Seminario? Posso tranquillamente affermare che il movimento giovanile e il seminario sono diventati con te una comunità per la comunità e tu da buon padre di famiglia ti sentivi proprio a tuo agio: anni indimenticabili quelli del tuo rettorato di cui abbiamo più volte fatto memoria.

Ci mancherai caro Andrea, mancheranno le tue telefonate alle ore più impensabili, le tue risate alle tante iniziative a cui hai partecipato, le fughe nei rifugi di montagna a mangiarsi una polenta, la tua voce inconfondibile, i tuoi assoli nella Cattedrale fiesolana. Le tue meditazioni così dense di intuizioni e chiavi di lettura: quanti esercizi spirituali hai tenuto a giovani, adulti, religiose e preti. Potremo dire che hai saputo incarnare una spiritualità  ecclesiale mettendola a disposizione di chiunque ne avvertisse il bisogno con lo stile di una autentica paternità spirituale capace di generare alla fede, dono questo di cui oggi la Chiesa ha un forte bisogno.

Non ti arrabbiare se mi permetto di ricordarti anche le lunghe attese nei corridoi del seminario per un colloquio e i tuoi dinieghi all’ultimo secondo. Quanta pazienza!  Ma non ti preoccupare sei riuscito sempre a farti perdonare, anche altri son pronti a sottoscrivere. Sei stato un grande amico per molti e il non sentirti più ci costerà.

Ora è giunto il momento di salutarci; sono certo che potremo contare sulla tua preghiera, così avvertiremo ancora il tuo sostegno e il tuo incoraggiamento. Tranquillo, continueremo a tessere la rete di amicizie sulla scia del Vangelo in cui hai creduto e sperato.

Pensando di aver interpretato i sentimenti di tutti coloro che ti hanno stimato e voluto bene ti abbraccio forte forte, a nome di tutti, e ti auguro  buon viaggio sapendoti già nella pace del Signore, per sempre.

Tuo

Stefano Manetti

Delegato Regionale dell’Azione Cattolica