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Per il secondo anno consecutivo Maranza ci ha accolti per il consueto e atteso campo-scuola giovani adulti di Azione Cattolica, questa volta il sole ha fatto da padrone per tutta la settimana regalandoci splendide giornate e panorami rimasti ignoti nell’anno precedente a causa di nebbia e pioggia incessanti. 
Il tema che ci ha accompagnato in questo cammino è stato l’umanità di Gesù e il titolo del campo “io sono la via, la verità e la vita” ci ha portati a focalizzare l’attenzione sugli aspetti della vita ordinaria di Gesù, sulla sua umanità, sui suoi comportamenti, sul suo aver vissuto tratti tipicamente terreni e umani e aver sentito il peso della terra che ogni uomo ha dentro di sé, per scoprirlo prima di tutto Uomo e per provare ad imparare da Lui a vivere in pienezza. Ogni giorno siamo partiti da un brano di Vangelo, dalla sua semplicità e immediatezza ma anche dalla sua profondità e grandezza. Da ogni brano ci siamo lasciati interrogare, provocare e anche rassicurare, sentendoci liberi di condividere pensieri, emozioni, dubbi, domande, esperienze, riflessioni nei momenti di gruppo, nella consapevolezza che il Vangelo insegna a ciascuno senza fare violenza e che il contributo di ogni persona è una ricchezza per tutti. 
Abbiamo incontrato lo sguardo di Gesù che si posa su Zaccheo come su ciascuno di noi per cercarci per primo nonostante i nostri peccati e le nostre ferite; Gesù che guarisce il servo del centurione e ci siamo interrogati su quanto siamo capaci di accogliere l’altro nella sua diversità e quanto siamo in grado e desiderosi di raggiungere le più lontane periferie esistenziali che attendono un messaggio di speranza; abbiamo incontrato Gesù che ha sperimentato l’incomprensione anche da parte di coloro che erano i più vicini e la sua libertà nel vivere le relazioni; un Gesù che ha vissuto la solitudine e il tradimento ma che ha offerto il perdono come accoglienza; Gesù che usa il linguaggio semplice dell’amore e chiede a Pietro “mi ami tu?”; Gesù che incontra la Samaritana al pozzo, che condivide con noi l’umanità ma ci precede nelle nostre debolezze e ci chiede di offrirci dentro ad una relazione.
I momenti di riflessione si sono alternati a giornate di camminate. Siamo riusciti a farne tre, come da programma e c’è stata la partecipazione di tutti: dalla più piccolina di pochi mesi al più adulto. Ogni camminata è bellezza e scuola di accoglienza, è rispettare il passo dell’altro e le sue difficoltà e debolezze, è lasciarsi stupire e meravigliare, è faticare e gioire, è fare esperienza di pazienza, è confrontarsi con i propri limiti e imparare ad accettarli, è camminare tutti verso la stessa meta ognuno con il proprio bagaglio.  
È stata una settimana in cui abbiamo fatto vera esperienza di Chiesa, di unità nella diversità. 48 persone, per la maggior parte famiglie con bambini ma non solo, che non hanno esitato a mettersi in gioco, nonostante l’eterogeneità di stili di vita, di cammini percorsi, di esigenze e singoli bisogni. C’è stata, da parte di tutti, fin da subito, piena disponibilità ad aiutarsi nei servizi e nella preparazione dei momenti liturgici, nell’animare le serate per trascorrere momenti di allegria e non sono mancati momenti di riposo pomeridiano utili per stare con le persone in semplicità in modo da poter approfondire amicizie e relazioni.
Campo-scuola: essere realmente Chiesa come famiglia che, grazie al contributo di tutti e di ciascuno, può, nella sua umanità, mostrare e sperimentare un pezzetto di Cielo.
 Priscilla Innocenti e Federico Bernacchi