Questo sito fa uso dei cookie soltato per facilitare la tua navigazione.

Adulti_2021-11-07-12.jpeg
2018_09_CampoAdultissimi.jpg
Piove intensamente sui monti della Carnia. Passo del Ciampigotto per la precisione. Cinque chilometri di ascesa e sei di discesa. Tornanti aspri come le montagne che li circondano e li assorbono rivendicando a sé un’identità antica, quasi a tenere a debita distanza ogni eccesso di ingerenza.
Da queste parti sono passati due Papi, se ne colgono spartane tracce disseminate lungo i sentieri e nei pochi centri abitati. E non si fatica ad immaginarne il motivo. Qui tutto è silenzio e assenza; lavoro e faticosa cura giornaliera nei pascoli e nei boschi. La macchina fatica a trattenere quella discesa ripida che riporta tutto a valle. Un altro tornante: Albergo Pra di Bosco dice il cartello. Un grande edificio appoggiato sulla roccia, sovrastato da imponenti vette, che guarda a valle senza troppa eleganza, con la durezza e la determinazione della gente Friulana. Dietro le spalle l’Austria e il Veneto, davanti le terre di Venezia.
In questo luogo, dimenticato dai gestori di telefonia mobile, a pochi chilometri da Pesaris, il paese dell’orologio, si è svolto il Campo Adulti dell’AC fiesolana. “Avere cura dell’uomo per l’incontro con Gesù” il tema proposto ai partecipanti per questo periodo di riposo e condivisione. Un’esperienza di relazione alla ricerca di sé e degli altri, con un obiettivo ambizioso: ricercare uno spazio di riposo tra le pieghe della propria vita. Sette giorni per fare esperienza di condivisione partendo da se stessi per abbracciare l’altro e le sfide del mondo. Aiutati in questo difficile compito dalle parole della Teologa Lucia Vantini capace di presentare concetti complessi con un linguaggio semplice e concreto e dalla saggezza e freschezza del pensiero di Padre Giancarlo Bruni della Comunità di Bose.
Un viaggio affascinante attraverso la cura della fede e della fedeltà alla parola di Dio, con lo sguardo rivolto ad un futuro costruito sulla speranza e non semplicemente adagiato sulle proprie manchevolezze. Consapevoli che un nuovo umanesimo è possibile ma solo se, come Cristiani, sapremo aprirci alla Speranza e al Futuro, ponendosi le domande giuste grazie ad una rinnovata capacità di ascolto del proprio tempo e all’acquisizione di nuovi codici linguistici per entrarci in relazione.“La chiamata è a uno stile alto di vita, - scrive Giancarlo Bruni in Misericordia e compassione, cittadella editrice - un modo di essere tradito, mai abbastanza vicino allo stile di Dio, mai abbastanza lontani dalla pietrificazione del cuore e da viscere spente. Per una nuova esperienza: il Dio “liberatore” del mar Rosso e il Dio “educatore del Sinai diventa il Dio “perdono” del vitello d’oro, fedele all’alleanza di amore nonostante l’infedeltà dell’alleato.
E poi ti trovi a passeggiare fino alla sorgente del Piave, lungo sentieri e luoghi che respirano di una storia dolorosa del nostro paese, a cogliere la bellezza di raggiungere la meta e a condividere l’attesa e la gioia di una scoperta. In un groviglio di età e di aspettative che ti riconciliano sempre più a quel mondo di cui spesso rischiamo di perdere il confine. Fare esperienza di un Campo vuol dire anche questo: tante cose in una proposta costruita tra il cielo e la terra al centro di ogni vita. Perché come scriveva Fernando Pessoa in una sua poesia (Abisso, Sono un Sogno di Dio, ed.Qiqajon) “Perde tutto l’essere, il restare,/E dal mio pensiero fugge./ Non riesco più a legare/Essere, idea, anima di nome/A me, alla terra e ai cieli…/E improvviso incontro Dio.
 
Alessandro Bencini 
 

Prossimi appuntamenti