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Dal CAMPO ADULTI, PREDAZZO
La testimonianza della Famiglia Fantoni : "Amici ritrovati!"
LA FIGLIA..
Campo scuola.....che parole poco rasserenanti!!! Ma dove mi portano i miei genitori???
Questo e' stato il mio primo pensiero appena mi hanno detto dove volevano portarmi....ma!!!
Quando siamo arrivati a Bellamonte ero un po' preoccupata perche' non conoscevo quasi nessuno, ma mi sono ambientata facilmente perche' ho conosciuto delle ragazze e ragazzi molto disponibili.
Ogni giorno ci si alzava abbastanza presto e si faceva tutti insieme colazione poi la giornata non era sempre uguale: si andava in camminata, si pregava e si giocava (anche la sera dopo cena)......alla fine questa esperienza non e' stata niente male perche' sono stata in compagnia di tanta bella gente, mi sono divertita e non volevo andarmene piu'.
 Elena
 I GENITORI…
Erano anni che non tornavamo ad un campo scuola A.C., per l'esattezza piu' di 20 anni, ma il desiderio di rifare qualcosa del genere era da un po' di tempo che c'era, soprattutto perche' volevamo far provare a nostra figlia quella che per noi era stata una esperienza importante, una di quelle esperienze che aveva segnato il nostro cammino spirituale ed esistenziale; ci sentivamo in dovere di offrirle questa opportunita' e di farle conoscere quella realta' che ci aveva accompagnato nel nostro cammino cristiano.
Si presentava per noi una grande novita': tornare ad un campo scuola, non piu' come animatori, come singoli partecipanti o come fidanzati, ma come famiglia.
Alla fine del campo ci sentiamo contenti, soddisfatti di aver trovato il coraggio e il tempo da "spendere" in una vacanza alternativa, non comune, diversa.
Spesso rischiamo di correre e di farci stressare anche nei periodi di ferie per la frenesia di visitare, fare, vedere cose nuove, perdendo di vista le persone. 
In questa esperienza abbiamo avuto la conferma che cio' non accade, ma anzi c'e' la riscoperta dell'altro, c'e' l'ascolto, la condivisione, la collaborazione e anche il silenzio, la meditazione con Dio.
In poche parole il campo scuola noi lo definiremmo una "salus" dell'anima, un toccasana per mente e corpo.
Grazie davvero a tutti i partecipanti dal piu' giovane al piu' grande!!! 
 Barbara e Giovanni
La testimonianza di Teodora Falchi: "Una presenza fedele!"
Non è facile trovare il giusto equilibrio tra riposo, formazione, preghiera, svago, passeggiate e riflessioni. Il campo adulti di quest'anno è stato tutto questo, un'esperienza che lascia il segno.
Il tema del lavoro, che ha coinvolto tutti direttamente, stimolando interessanti discussioni, il buon cibo, le riflessioni dei nostri assistenti, le montagne così imponenti e belle, hanno reso questi giorni densi di attività. Ma l'aspetto più importante resta quello della condivisione. Abbiamo sperimentato quanto sia importante l'ascolto, la pazienza, il rispetto. Quanto sia semplice e bello "camminare" insieme.
Il Campo è una palestra: si mettono alla prova le nostre capacità, se ne scoprono di nuove, si rafforza lo Spirito, si impara dagli altri, si diventa migliori. Pronti a portare i frutti di questa esperienza nella nostra quotidianità.
 
Dal CAMPO GIOVANI ADULTI, CAMPESTRIN
La testimonianza di Filippo: "Un amico che si rinnova!"
Quando ho saputo che al campo avremo trattato il tema del lavoro, la mia accoglienza è stata molto positiva, l'ho ritenuto da subito una valore aggiunto all'esperenza che ci attendeva. In prima battuta ero mosso dal desiderio di conoscere e confrontarmi con altre realtà, per rompere un pò quel guscio protettivo che talvolta costruiamo quando abbiamo a che fare con realtà quotidiane e ripetitive, come può essere la nostra vita lavorativa.
Durante il campo, il tema si è svolto a partire dalla Parola di Dio, questo ci ha permesso di affrontare l'argomento con un orizzonte molto ampio. Un esempio fra tutti, abbiamo riletto i passi della Genesi e riscoperto che Dio stesso aveva incaricato l'uomo a lavorare e custodire il giardino dell'Eden; attività che dovevano accompagnare il rendere culto a Dio. Se lavorare significa collaborare con Lui, allora ci rendiamo conto che l'idea di lavoro presentata dall'attualità è piuttosto limitata. Che sia lavoro salariato o qualsiasi altro ambito che impegna la persona, si può parlare in generale di attività umana promossa e disegnata da Dio stesso. Questo è un input che ci aiuta a rinnovare il nostro impegno a valorizzare quegli aspetti che oggi giorno vengono assecondati, a partire ad esempio dal rapporto con i colleghi.
In generale siamo chiamati a promuovere relazioni libere da pregiudizi ed orientate a favorire il meglio dell'alto, a far fruttare il talento di chi ci sta accanto che sia un collega o l'oggetto del nostro lavoro. Su questo argomento specifico, da ricordare l'incontro molto coinvolgente, avuto con Ezio Aceti.
Quindi, che dire, se vediamo Dio come nostro datore di lavoro, allora bisogna davvero rimboccarsi le maniche per riuscire al meglio, nelle attività che ci troviamo ad affrontare
Filippo Ceccherini
 Chiara e Federico, con qualche timore alla partenza...
Arrivare al campo e scoprire di dover affrontare il tema del lavoro ci faceva sentire preoccupati, quasi ansiosi. Del resto ci facciamo i conti ogni giorno: quando manca genera frustazione e avvilimento, quando c'e' richiede tanto sacrificio, sottrae tempo alla famiglia oppure ti costringe a scendere a compromessi, a volte a dover "tenere a bada" i tuoi ideali e le tue convinzioni. Poi c'e' quello che scherzosamente abbiamo definito il "dopo lavoro" ovvero l'essere genitori, coniugi, figli e molto altro ancora. Questa settimana di condivisione invece ci ha davvero alleggerito il cuore. E' stato un bene prezioso poterci confrontare sulle nostre esperienze, poter riflettere sulle invidie, sulle ingiustizie, sugli atteggiamenti che troviamo e che noi stessi abbiamo sul luogo di lavoro. Inoltre abbiamo avuto la fortuna di incontrare Ezio Aceti (psicologo dell'eta' evolutiva) il quale ci ha aperto gli occhi sulla necessita' dell'uomo di essere "relazionale" e sulla sua capacita' di resilienza. Cosi' siamo tornati a casa rasserenati, rigenerati e speranzosi, nella consapevolezza che, abbiamo la possibilita' di riuscire a vivere il nostro lavoro e la nostra quotidianita' non come condanna e schiavitu' ma con la liberta' di chi opera, coopera, sviluppa, progredisce e custodisce...non solo per se... ma anche per gli altri e per il bene comune.
Chiara e Federico
 
 

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