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Ha preso il via sabato 9 Maggio il corso di formazione online dell’Azione Cattolica ‘Parole in Azione’, dedicato a giovani e adulti per condividere e approfondire una riflessione sollecitata da questo tempo particolare che ha messo a nudo la fragilità dell’uomo. Questo tempo di crisi e deserto ci deve provocare e trasformare per riavvicinarci all’essenziale e riscoprire con creatività nuove vie che, nella Chiesa, nella politica e nei processi formativi, rimettano al centro l’uomo come persona in relazione con gli altri, con la Natura e con Dio.  
Il percorso prevede tre serie di incontri a cadenza mensile volti allo studio di tre parole chiave: ‘Silenzio’, ‘Parola’ e ‘Condivisione’. Ogni parola verrà sviluppata in due tappe: la prima di ascolto e dibattito con un esperto e la seconda su un tavolo di confronto fra giovani o fra adulti. Gli incontri si svolgono su una piattaforma online e possono essere seguiti anche su YouTube e Facebook.
Il primo incontro è stato guidato dal Prof. Johnny Dotti: pedagogista e imprenditore sociale, docente a contratto all’Università Cattolica di Milano. E’stato Consigliere Delegato e Presidente di CGM, la più grande rete di Imprese Sociali in Italia e Presidente fondatore di Welfare Italia Impresa Sociale per lo sviluppo dei servizi per le famiglie e il benessere sociale inclusivo. Vive con la moglie e quattro figli in una comunità di famiglie cattoliche della Bergamasca, terra devastata dalla pandemia. Ha pubblicato vari libri, tra questi Educare è roba seria e l’ultimo La vita dentro la morte: il gesto della speranza all’epoca del coronavirus.
La riflessione si è aperta con la presentazione del Silenzio come ‘grembo della Parola’, che nella relazione con la parola trova il suo senso e le dà senso, e che è senza dubbio un tema centrale in questo tempo per ripartire nel cambiamento. Senza l’esperienza vissuta e cosciente del silenzio non potrà cambiare niente, non potranno nascere né parole né azioni nuove, ma solo la ripetizione nevrotica del passato. Il silenzio non riproduce, ma rinnova. Solo fermandosi è possibile ritrovare il senso dell’esistenza e riscoprire la compassione e la misericordia verso gli altri.
Il professore ha approfondito il ruolo del silenzio in vari contesti. In ambito umano, l’uomo nasce nel silenzio del concepimento, cresce intimamente con sguardi e gesti silenziosi e cammina verso il riposo eterno, lo spazio della morte è il silenzio. Nella società solo le intuizioni nate nel silenzio, comunitarie e personali, portano a cambi di paradigma della storia che poi penetrano modificando radicalmente le istituzioni ed il sociale. Infine in un contesto spirituale, l’esperienza del Silenzio di Dio come insegna Gesù nell’orto degli Ulivi o sulla Croce, è fondamentale per un credente, e non solo strettamente nella sofferenza, ma nello svuotamento del sé, nel lasciarsi abitare dalla solitudine. Dio Padre è costituzionalmente Silenzio; Dio Figlio è Parola e Dio Spirito Santo è azione che attraversa la Storia e l’unione misteriosa trinitaria ci mette al mondo e fa piena la vita.
Il Silenzio nella esperienza umana è soprattutto ascolto, privilegiando la domanda rispetto alla risposta: negli anni pubblici Gesù pone domande; di fronte alla richiesta di risposte riconsegna domande: e questo nel nostro tempo ‘binario’, nel nostro mondo di erogazione di servizi e cose a fronte di domande è un comportamento dirompente, quasi rivoluzionario. 
Il silenzio ci fa scoprire fragili, feriti, poveri, senza strutture sociali, senza il ruolo e la reputazione che ci sostengono. D’altro canto, il silenzio ci fa scoprire un nuovo ritmo: ci permette di sentire i battiti originali della vita: e da questo possiamo ritrovare la sintonia con la Natura e vivere la Natura nello spirito dell’Enciclica ‘Laudato si’ di Papa Francesco con rispetto e fratellanza, come dono affidatoci nel tempo. 
Se non si percepisce il ritmo degli altri, come si può gioire e soffrire insieme, aver compassione e vivere in condivisione?
 
All’Azione cattolica, all’agire cattolico è chiesto in questo momento la generazione del nuovo, fare nuove tutte le cose. E l’uomo da solo potrà essere attivo solo facendosi strumento dello Spirito che rinnova. Ma solo  l’uomo capace di fare il vuoto, di reggere alla solitudine e al silenzio può accogliere lo Spirito: finchè saremo pieni di noi stessi, lo spirito non troverà lo spazio per rigenerarci.
Infine Dotti ha toccato la dimensione più strettamente politica, ricordando personaggi del nostro territorio come La Pira, Don Milani, Balducci e Vannucci, che hanno formato una tradizione politica piena di spirito nuovo, hanno vissuto profondissime solitudini e hanno fatto fecondare il silenzio in parole di forza, di speranza e di novità. Partendo da questi personaggi ha chiarito la differenza tra isolamento e solitudine: l’isolamento è un silenzio sordo e cupo che non fruttifica, ma chiude sull’io; il silenzio invece apre al tu degli altri, al senso da costruire ed al con-senso. 
E’ compito dei cristiani annunciare al mondo che non c’è società senza comunità, senza un popolo in cammino e in ricerca che trovi nel silenzio il lievito che fa crescere tutta la torta dell’umanità.
Maria Donati (partecipante all’incontro)
 

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