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Sabato 4 Luglio l’Azione Cattolica diocesana ha concluso il ciclo di Incontri on line di Parole in Azione iniziato il 9 Maggio scorso. Il percorso è stata una bella sfida che ha sollecitato l’associazione a confrontarsi con nuovi strumenti e modalità di comunicazione per restare accanto alle persone in questo particolare momento per aiutarle a riflettere, accogliere e lasciarsi sollecitare da ciò che abbiamo vissuto e ancora viviamo e per provare insieme a ricollocarlo nella grande prospettiva di un rinnovato umanesimo cristiano.
È stato un percorso denso di stimoli e sollecitazioni che certamente avranno la necessità di essere raccolte metabolizzate e concretizzate nelle proposte future di vita comunitaria e personale.
L’ultimo incontro sulla Condivisione è stato svolto grazie all’eccellente contributo del Prof. Luca Alici, un degno coronamento al cammino fatto.
Luca Alici è professore associato di Filosofia Politica presso il Dipartimento Fissuf dell’Università degli Studi di Perugia; è Project Leader della Fondazione Lavoroperlapersona, responsabile dell’Ufficio Studi di Rondine Cittadella della Pace e autore di diverse pubblicazioni su tematiche politiche. 
Nell’esordio della sua relazione ha sottolineato che la Condivisione ha una natura intrinsecamente politica, intendendo quest’ultima come architettura della convivenza.
Condividere dunque è un’esperienza politica in quanto consiste nel costante esercizio di capire cosa ciascuno ha in comune con l’altro, cosa di sé può mettere in comune e cosa lo distingue invece dall’altro in quanto proprio e tipico. La condivisione presuppone dunque sia saper distinguere ciò che è proprio di sé (evitandone la diluzione o la fusione nell’altro), sia sapere cosa di sé mettere in comune. Condividere è quindi umanamente faticoso e ne dobbiamo essere consapevoli. È un continuo mettersi alla prova nella relazione con l’altro senza dissiparsi in lui ma mettendo in comune, perché esiste qualcosa in comune. 
Sembra però che In questo ultimo periodo si stia smettendo di investire in ciò che è umano in quanto faticoso.
L’elemento che aggrava la sfida della condivisione è rappresentato dal mondo digitale (il mondo dei BIG DATA) in cui si assiste al concatenarsi di due processi, quello della spersonalizzazione che riduce la complessità dell’esistenza umana ad una funzione o ad un protocollo e quello della personalizzazione che tende a compiacere ciascuno con l’approvazione di chi gli è simile per gusti, orientamenti e interessi. La rete diventa allora non più un luogo pubblico ma un luogo di eguali a me stesso: non si smette di essere solidali ma lo si è solo con chi è uguale a me! La rete ci allontana dal confronto con il diverso da me. 
La pandemia, che ci ha fermati a causa di un piccolo microrganismo, ci sta facendo capire con più forza che stiamo conducendo le nostre vite verso uno stravolgimento umano.
Dobbiamo essere consapevoli di non poter ritornare alla fatica del condividere se, come diceva la filosofa Anna Arendt, non ci rendiamo conto della ribellione che si sta consumando verso l’esistenza umana. 
Luca Alici ha provocatoriamente individuato tre “francobolli” da cui ripartire per rimettere al centro i connotati umani, prerequisiti della condivisione.
Il primo francobollo è la coppia SPAZIO/TEMPO. Vogliamo superare il limite spaziale: abbiamo migrato nell’infosfera da una parte e siamo alla ricerca di nuovi pianeti da abitare dall’altra. Ma dobbiamo chiederci: il fatto che sia possibile lasciare il nostro pianeta basta per dire che sia giusto farlo?
La seconda coppia è VITA/MORTE. Stiamo cercando di eliminare la morte dalla vita, magari trasformando la vita umana in altro. Siamo capaci di trovare argomenti per dire che sia giusto voler continuare a morire?
Infine, CONVIVENZA/CONFLITTO. Condividere e quindi entrare in relazione presuppone necessariamente il conflitto in quanto l’altro si fa spazio dentro di noi e questo dà fastidio. Oggi tendiamo ad immunizzarci dal conflitto e questo ci rende incapaci di gestirlo e di farlo diventare generativo.
L’ultima provocazione che ci ha lasciato Luca è stato il cambiamento di prospettiva dell’atto del condividere. Questo verbo non significa, come si è soliti pensare, condivisione di ciò che si ha o di ciò che si ha in più, ma condividere ciò che si è e cioè l’essere DEBITORI. Solo la presa di coscienza di essere debitori verso qualcuno potrà porci nella condizione di trasmettere anziché acquisire o ancora peggio possedere. 
Alla relazione è seguito un intenso e vivace dibattito che ha confermato come l’originale punto di vista del relatore abbia smosso i cuori e le teste dei partecipanti.
 Simona Granchi
Presidente Diocesana
Se Parole in azione ha concluso le sue tappe a distanza, l’Azione Cattolica è già in movimento con per le sue tappe in presenza nelle parrocchie, nelle zone e in Diocesi con “Restate Accanto”. In Home Page del nostro sito trovate il calendario diocesano rivolto a giovanissimi, educatori, giovani adulti e famiglie.