Potremmo dire che il sottotitolo dell'assemblea diocesana del 27 gennaio ne è anche la sintesi. Quando un nutrito gruppo di giovani e adulti si ritrovano insieme per riflettere, confrontarsi e progettare nuovi percorsi non si può che provare sentimenti di gratitudine, di gioia e di speranza.
Un tempo in cui il crepuscolo delle vicende che lo caratterizzano potrebbe essere la metafora della notte che incombe, possiamo invece leggerlo come metafora dell'aurora, l'alba di un nuovo giorno.
Si tratta di cambiare la prospettiva con cui guardare alla storia. È il grande messaggio del Concilio Vaticano II che per un laico credente, e in particolare di Azione Cattolica, diventa imperativo per una rinnovata assunzione di responsabilità. Da queste considerazioni è iniziato il percorso che Luigi Alici ha proposto all'assemblea sottolineando con vari richiami la teologia del laicato che il magistero conciliare racchiude e rileggendo il cammino post conciliare della comunità ecclesiale vissuto in un percorso storico di cui è bene tener conto, con tre passaggi cruciali: il '68, il crollo del muro di Berlino, l'attentato alle torri gemelle, la deriva della finanza globale. Fare memoria per leggere e comprendere meglio il tempo presente con i chiaro-scuro che la postmodernità ci consegna; ma quali potrebbero essere le prospettive d'impegno per il futuro? Luigi Alici si è affidato a tre avverbi per indicare come il Concilio continua a interpellarci: stare dentro la storia e il vissuto senza paura; insieme, rimettendo in circolo la passione del noi in una prospettiva universale che prevede sempre il "terzo incluso"; andando oltre, raccontando meno di noi e parlando più del Signore per colmare il deficit di infinito che si avverte anche dentro la stessa comunità cristiana. Le tante sollecitazioni che qui possiamo solo esporre in una sintesi imperfetta hanno contribuito a vivere il pomeriggio nei due laboratori di settore in cui adulti e giovani hanno messo a fuoco in concreto le prospettive di impegno che il consiglio diocesano recepirà nella programmazione.
Stefano Manetti, Presidente diocesano
