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La vocazione politica è una vocazione a cui tutti quanti siamo chiamati”. E' con queste parole che il professor Roberto Gatti, docente di filosofia politica presso l’Università di Perugia, ci ha introdotti nella riflessione sulla crisi politica dei nostri tempi e sul contributo che noi cristiani possiamo portare. Parole che risvegliano subito l’importanza di essere insieme protagonisti della storia, di questa pagina di storia che si sta scrivendo proprio oggi, a partire dal territorio in cui viviamo. A sigillare questo invito sono state le testimonianze appassionate di Tiziano Lanzini, ex sindaco di Londa, Rita Papi, sindaco di Castelfranco e Rosario Iaccarino, sindacalista CISL e i 3 piccoli gruppi di confronto - “Istituzioni”, “Giovani e Lavoro” e “Associazioni e Movimenti” - che hanno permesso di calare la nostra riflessione nel concreto. E’ stato dunque uno spazio in cui mettersi in gioco, mettere in gioco le proprie idee e un’occasione preziosa di confronto e dialogo.

E’ emersa inoltre, l’importanza di formare le coscienze di noi giovani al bene comune e alla politica e di educarci alla democrazia fornendoci strumenti necessari a discernere la realtà. “Educazione e speranza sono strettamente connesse” – è attraverso queste parole che, nell’incontro di domenica mattina, Padre Bernardo, abate della comunità benedettina di san Miniato al Monte, ci ha di nuovo incoraggiati a camminare in questa direzione, cioè verso l’educazione dei giovani alla politica bella, come segno di grande speranza cristiana. 

E’ infatti la morte e resurrezione di Cristo che ci fa stare nel mondo con speranza e scorgere in questo momento di crisi sociale, il crogiuolo di una possibile Pasqua, impegnandosi concretamente e con creatività e accettando il rischio di percorrere strade nuove. Moderati nei modi, ma profondamente rivoluzionari e radicali nelle idee e nel coraggio di rinnovare le forme, seguendo l’esempio rivoluzionario di Cristo nostro Signore, morto in croce.

Come non scorgere un filo diretto che questi due giorni hanno tracciato tra la riscoperta della bellezza naturale che ci circondava (la favolosa campagna circostante Arcetri, la vista meravigliosa della città fiorentina che si può gustare da San Miniato e la bellezza dell’architettura) e l’importanza di riscoprire una politica bella e appassionata al bene comune, appassionata all’uomo!

Nella consapevolezza che tutti noi siamo in cammino, possano i nostri paesi e le nostre città incamminarsi per essere davvero “abbozzo e prefigurazione della città di Dio” (Giorgio La Pira) 

Claudia Biagi
Equipe diocesana Giovani

 

Una delle principali novità rispetto alle edizioni precedenti è stata la dimensione unitaria dell'iniziativa, che ha coinvolto non solo gli adulti ma anche i giovani, con una partecipazione appassionata e arricchita da questo confronto. 

Nella prima giornata, il professor Roberto Gatti, docente di filosofia politica dell'Università di Perugia, ha trattato il tema "Cristiani, politica, democrazia: un contributo originale per l’oggi?", rivisitando il ruolo che i cristiani possono svolgere nel rinnovamento dell'azione politica.

Un progetto educativo che riparta dalla carta costituzionale, il rafforzamento dei corpi intermedi della società, la capacità di proporre e sostenere scelte radicali nello spirito dei valori del Vangelo, sono alcuni esempi delle novità che i cristiani possono portare, tanto più necessarie in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, in cui si avverte la necessità di un forte cambiamento sia nei modi che nei contenuti della politica.

La seconda giornata si è svolta nella Abbazia di S. Miniato. Padre Bernardo, abate della comunità benedettina, ha guidato una riflessione sulla necessità che l'uomo, e a maggior ragione il cristiano, viva da persona - per dirla con La Pira - "integrata nel contesto organico della città", per provare davvero a rendere la città dell'uomo "abbozzo e prefigurazione della città di Dio".

L'impegno sociale e politico del cristiano, che ha origine e motivazione nelle parole di Gesù agli apostoli "come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi", trova una sua viva e indimenticabile rappresentazione nella linea ideale che unisce la città degli uomini alla città celeste, lungo la quale l'Abbazia mostra tutto il suo splendore. E proprio la visita dell'Abbazia, che padre Bernardo legge letteralmente come un libro denso di simboli e rimandi alle due città, ha concluso due giornate davvero ricche di riflessioni ed emozioni.

Andrea Garulli
Consigliere diocesano per il Settore Adulti

 

Un gruppo non proprio al completo... sono stati oltre 50 i partecipanti

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