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#restiamoACasa Questo l’hashtag che l’Azione Cattolica a livello nazionale ha utilizzato come slogan in questo periodo così delicato.
L’ACR Fiesolana a livello parrocchiale e diocesano ha subito seguito le norme ministeriali applicate dal governo e del paese interrompendo, ancor prima del lockdown, gli incontri dei gruppi parrocchiali in concomitanza con la scelta nazionale della chiusura delle scuole. È dalla prima settimana di marzo che i nostri educatori non hanno modo di vivere l’appuntamento settimanale con i propri bambini e ragazzi.
È stato un mese e mezzo di interrogativi, di pensieri e parole su come star vicini a loro e alle loro famiglie, su come fargli sentire la nostra presenza.
Ragazzi e bambini sono i meno colpiti dal coronavirus ma travolti dalla quarantena: niente scuole, attività ludiche e sport. Si annoieranno? Come affrontare, noi e loro, le giornate domestiche? Come poter continuare con loro un cammino di fede a distanza? Quali gli strumenti migliori?
Prima ancora di proporre ai diretti interessati le nostre idee, ci siamo confrontati come Presidenza, Consiglio Diocesano e successivamente in settori. Solo dopo questi passaggi necessari, il Consiglio Acr e l’Equipe diocesana hanno iniziato a pensare e reinventare modi nuovi per stare vicino ai ragazzi.
La risposta a tutti i nostri interrogativi è stata: la tecnologia!
Con riunioni su Skype, chiamate ed e-mail, ogni settore (ACR, giovani, adulti) ha preparato del materiale che abbiamo inviato ai presidenti parrocchiali, sacerdoti e a tutti gli associati.
Come ACR, abbiamo voluto scrivere una lettera di vicinanza ai bambini e alle famiglie, inviato attività e spunti di preghiera e riflessione da svolgere e vivere in famiglia.
La difficoltà più grande che abbiamo avuto è stata unire, in tutto questo materiale, proposte che potessero andar bene per il nostro arco di età 6-14 anni.
 
Un altro grande interrogativo è stato coniugare l’esigenza del tempo che stavamo vivendo con il periodo della Quaresima. Come spiegare ai bambini l’importanza dell’arrivo della Pasqua senza la possibilità di vivere i nostri (leggendari!) “Mini-ritiri di Quaresima”, le Messe domenicali e le loro ore di catechismo e gruppo Acr?
Abbiamo invitato i bambini a seguire la programmazione di quelli che sarebbero stati i ritiri, a seguire la Santa Messa assieme a noi in TV, ad informarsi su tutte le proposte nazionali tramite il canale Telegram dell’ACR.
Abbiamo vissuto un periodo quaresimale e pasquale particolare e subito ci è venuto in mente l’idea di paragonare la Quaresima al nostro momento di isolamento, al termine del quale ci sarà sicuramente una resurrezione.
Durante la settimana Santa, l’Equipe ACR Diocesana ha deciso di girare un video da inviare a tutti i bambini e ragazzi della diocesi. Abbiamo così raccolto lavoretti fatti dai ragazzi, testimonianze di come stanno vivendo questo periodo, saluti e auguri di buona Pasqua da parte degli educatori, del Consiglio ACR e dell’Assistente ACR. È stato un modo per farci sentire e vedere, per dirgli a voce che #ANDRÀTUTTOBENE.
I nostri interrogativi non trovano pace. Ci chiediamo quanto sia dura per loro vivere questo momento. Chissà, sicuramente molti di loro saranno felici di passare del tempo con la famiglia, di non andare a scuola, di poter giocare di più. Ma siamo certi che sentono la mancanza di una routine che a quell’età è necessaria ed educativa. Sono tutte le agenzie formative che insieme garantiscono un cammino di crescita ai nostri ragazzi.
I bambini chiusi in casa rischiano di assorbire le ansie e le preoccupazioni legittime dei genitori. Veder arrivare mamma e babbo a casa con una spesa enorme può dargli ancora più ansia. Così come aumenta la preoccupazione sentire continuamente il Tg parlare del coronavirus. Riteniamo però che sia giusto informarli: non bisogna aver paura di parlare loro del Coronavirus. Celargli ciò che sta accadendo non è proficuo o rassicurante. Abbiamo deciso di inviare ai più piccoli la storia di
Coronello il virus birbantello” e ricordato ai più grandi l’importanza di seguire le regole in questo momento così delicato.
Continueremo sicuramente a pensare a come poter stare ancora vicini a loro per tutto il corso dell’emergenza. Non è facile trovare alternative alla tecnologia (almeno in fase lockdown), ci piacerebbe trovare altri canali poiché sappiamo che già passano molte ore al giorno di fronte ai computer o tablet per seguire la didattica a distanza o per divertimento. La voglia e la fantasia dei nostri educatori non si arresterà e continueremo a rifletterci.
Quest’anno lo slogan e l’inno annuale dell’ACR ha come titolo: “E’ la città giusta”. Sembra quasi una beffa, un inno che invita ad uscire nelle nostre piazze, a vivere le nostre città per renderle migliori e più belle. Quante idee che stavano venendo fuori nei nostri gruppi parrocchiali su come migliorare i paesi e le città che abitiamo. Volevamo incontrare ed interpellare anche i nostri sindaci nell’ultima fase dell’anno.
Si, e la città giusta chiama anche te. Cuore e testa”. Esattamente così. Come recita il nostro canto, adesso per voler bene alle nostre città è giusto usare il cuore e la testa e rispettare le regole.
Quante domande e preoccupazioni ci stanno arrivando dai genitori: “i campi estivi ci saranno?” “Io ho paura a mandare mio figlio ad un possibile campo o ritiro”..
Non sappiamo rispondere a questi interrogativi; non vogliamo neanche farlo. Saranno il Governo e la Presidenza nazionale a dare le indicazioni quando sarà il momento.
Noi rimaniamo positivi e ottimisti che prima o poi torneremo a viverci di persona; da tutto questo però prenderemo esempio, è stata una lezione. Dovremo cambiare il nostro modo di vivere, le nostre abitudini, sicuramente anche a livello associativo. Questo però non ci fermerà, ci reinventeremo ed offriremo un sorriso ai nostri ragazzi che sia da uno schermo o all’aperto quando potremo nell’attesa di potergli dare un abbraccio vivo e vero di persona.
L’Acr tornerà a sorridere, così come non ha mai smesso di fare. In tempi duri dobbiamo avere sogni solidi e reali, quelli che se ci daremo da fare si realizzeranno.
Ci sentiamo di rivolgere un grazie sincero ai nostri ragazzi e ai loro genitori, che stanno continuando a collaborare con noi nel loro cammino di fede nonostante le tante difficoltà. Vorremo fare un invito ai giovani e adulti: in questo periodo impariamo dai più piccoli, iniziamo a stupirci del bello che molto spesso è molto più vicino a noi di quanto crediamo.
Concludo l’articolo citando le parole di Papa Francesco, per due motivi: perché credo che in un momento così, rimanga fondamentale l’aspetto missionario, tipico della Chiesa e della nostra associazione e perché come ACR diocesana proveremo a trovare il modo di vivere tale aspetto che è tipico della nostra fase di catechesi del periodo primaverile.
“In questa lenta e faticosa ripresa dalla pandemia si insinua un pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro. Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. La misericordia non abbandona chi rimane indietro.”
In attesa di poter vivere i nostri luoghi, lo gridiamo a gran voce: E’ la città giusta che mi fa volare!
Letizia Franchi Responsabile diocesana Acr