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Domenica 21 maggio, nella sala del seminario, l’Azione Cattolica ha organizzato un interessante incontro di formazione su tematiche socio-politiche e pedagogiche e la figura di don Lorenzo Milani.

Tutto è iniziato con il saluto della presidente diocesana Simona Granchi e l’intervento del sindaco di Reggello Piero Giunti che ha sapientemente introdotto il tema della riunione invitando i presenti a chiedersi non il perché, ma per chi fare politica. Per i poveri.

È così che il tema dei poveri è emerso con tutto il suo peso. Stare dalla loro parte e stare dalla parte dei diritti di tutti è elemento fondamentale del pensiero di don Milani che  il relatore don Andrea Bigalli, parroco di Sant’Andrea in Percussina a San Casciano, in provincia di Firenze, ha sottolineato: la cultura cattolica non è una cultura borghese.

Manuele Pieraccioni, vicepresidente del settore adulti di Azione Cattolica, ha presentato don Andrea ricordando che attualmente è referente di Libera per la Toscana, membro del direttivo della rivista Testimonianze, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose e membro del comitato scientifico del Centro di Documentazione e comunicazione generativa “Scientia atque usus” che si sta occupando di una piattaforma dedicata al mondo scolastico in occasione del centenario Milaniano.

Don Andrea ha ricordato chi fosse don Lorenzo Milani:

un prete di parrocchia

un maestro.

L’importanza della parrocchia sta nel suo essere una comunità educante, un luogo culturale. Un proverbio indiano dice “Ci vuole un villaggio intero per educare un bambino, una bambina”. E allora si tratta di riattivare scuole di formazione, anche formazione politica, in cui più soggetti possano collaborare e dare il proprio contributo. Si tratta di ripartire dalle parrocchie attraverso una lettura sociale del territorio e riaggregare le persone intorno a temi significativi.

Alla scuola di Barbiana si educava alla pace, al bello, alla giustizia, ai diritti. Alla scuola di Calenzano si imparava a leggere il contratto di lavoro.

Il nostro è il tempo delle scelte e per operare delle scelte bisogna valorizzare la competenza. È tempo di formare donne e uomini di domani capaci di reagire, di costruire una società del futuro più forte e coesa di fronte a provocazioni interne ed esterne.

È necessario formarsi anche per la conoscenza della parola. Le parole per esprimersi, per narrare, per spiegarsi. La parola fa uguali. “Senza la parola non c’è dignità e quindi neanche libertà e giustizia” (papa Francesco).

Per questo la necessità della scelta culturale: per avere una coscienza politica e un’empatia collettiva, per imparare ad imparare dagli altri. Don Lorenzo inoltre era convinto che la formazione culturale potesse aprirsi anche alla dimensione della fede.

La finalità della formazione è quindi un grande progetto sociale in cui ognuno è chiamato a esprimere se stesso, orientando la società alla consapevolezza e alla speranza. E non ultima viene la felicità, alla scuola di Barbiana si era felici.

Don Andrea ha consigliato di approfondire la conoscenza di don Lorenzo attraverso diverse letture: Esperienze pastorali, Lettera a una professoressa, Epistolario (lettera a Nicola Pistelli), il carteggio tra don Lorenzo e Mario Lodi, lettura degli Atti del processo subìto per aver difeso gli obiettori di coscienza, Lettera ai cappellani militari.

Dopo un confronto e dibattito costruttivo, è intervenuto Enzo Cacioli, sindaco di Castelfranco-Piandiscò, in ricordo di Mons. Ferdinando Manfulli, un dono per l’Azione Cattolica e per la Diocesi tutta.

A conclusione, la Santa Messa in suffragio di Mons. Ferdinando Manfulli.

Lucia Tanturli 

 

 

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