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Con il Convegno educatori e responsabili del 20-21 settembre ha avuto inizio ufficiale il cammino dell'anno. L'introduzione al tema attraverso l'approfondimento dell'icona biblica "Coraggio sono io!" curata dall'assistente nazionale per l'ACR Don Dino Pirri, la presentazione dei sussidi per i gruppi preceduta dalle sollecitazioni di Suor Letizia Dei sul senso del gruppo, hanno visto oltre 80 partecipanti, giovani e adulti. Chi era presente ha potuto percepire la voglia di continuare a condividere e diffondere uno stile di promuovere la formazione nelle comunità parrocchiali. Vi proponiamo la testimonianza di Marta, giovane componente della equipe diocesana giovanissimi.

Ventiquattr’ore intense. A San Martino Altoreggi si parla di educazione, o meglio, come essere educatori. Oggi più che mai è una sfida senza certezze. Tuttavia, grazie all’impegno di ciascuno, alla possibilità di sentirsi parte di qualcosa di grande e alla testimonianza di chi cammina davanti - un po’ tracciando la strada -, passo dopo passo cominciamo a orientarci su questo terreno forse scosceso, ma immerso nell’incredibile paesaggio dell’essere umano.

L’incipit è degno di una partenza consapevole: gli spunti di Suor Letizia ci aiutano a cogliere gli aspetti essenziali dell’essere educatore. Primo fra tutti l’attenzione, la cura, che rispecchia l’esigenza di ciascuno di sentirsi importante e unico nella sua diversità, di sentirsi chiamato per nome. E poi la responsabilità, la condivisione.

Nel pomeriggio, la presentazione delle guide per i percorsi formativi AC ci fa puntare lo sguardo sulle tappe del cammino. Ho già il fiato corto, la salita in solitaria non si prospetta piacevole. Ma ecco che lavoriamo in gruppo, uno tira l’altro, siamo tenuti insieme da una corda che sembra robusta. Possiamo vivere un momento dedicato alla condivisione delle difficoltà e alla progettazione dei primi incontri.

Infine, la domenica è il giorno del piatto forte: l’incontro con don Dino Pirri, assistente nazionale dell’ACR. Don Dino ci ricorda la Guida da seguire, e ci imprime nella mente il “Coraggio, sono io!” del Vangelo di Marco. Gesù sembra dirci che, nella nostra piccolezza, nella nostra incapacità, dobbiamo farlo salire sulla nostra barca, è lui la bussola.

Lo zaino in spalla, la borraccia, la bussola, la corda, gli scarponcini ai piedi. Abbiamo tutto, possiamo incamminarci/partire.

Marta Iaccarino
Equipe diocesana giovanissimi

Il volantino con il programma