Era da un po' di tempo che ci veniva proposto di vivere un'esperienza con l'azione cattolica di Fiesole, ma fino ad ora non avevamo mai risposto in maniera positiva. Siamo tre ragazzi, provenienti da realtà differenti, che fin da piccoli hanno “respirato” l'aria delle parrocchie e si sono impegnati all'interno dell'associazionismo laico. Uno dei rischi del vivere sempre e solo all'interno dello stesso contesto è però quello di “stagnarsi” nelle relazioni, nelle tematiche, nelle riflessioni, non mettendosi attivamente più di tanto in discussione, frenati dalla velata presunzione di sentirsi già arrivati.
Desiderosi di metterci davvero in gioco, ci siamo uniti ad una trentina di giovani della diocesi di Fiesole, per una tre giorni svoltasi dal 24 al 26 di ottobre a Grati, presso il soggiorno Don Bosco vicino a Pian di Sco. Messi da parte i timori iniziali di entrare in un gruppo già consolidato, invogliati anche dalla bellezza del luogo, abbiamo accolto con gioia ogni stimolo che ci veniva proposto.
Il percorso tematico della tre giorni proponeva una riflessione riguardo le nostre scelte, valutando quanto queste siano incentrate su noi stessi piuttosto che orientate verso l'altro. Il ridimensionamento dell'”Io” a favore della valorizzazione del “Tu” definisce un cristiano vero, rendendolo “differente”. La decisione di seguire il Signore, infatti, non rappresenta un concetto astratto, ma una scelta forte, definitiva. E' Gesù stesso, con la sua Parola e la sua vita, ad allontanarci da un cristianesimo “tiepido”, di sole parole, per invitarci a seguirlo attraverso la porta stretta e angusta che conduce alla Vita vera.
Gli incontri proposti e le discussioni affrontate ci hanno richiamato ad una profonda riflessione su noi stessi e a una maggiore comprensione del fatto che ogni scelta compiuta quotidianamente può portare alla “vita o alla morte”, alla piena realizzazione di sè stessi nel Signore o invece, per dirla con le parole di Papa Francesco, ad una graduale “anestesia del cuore”.
Oltre alle numerose discussioni che abbiamo avuto modo di fare tra noi, alcune testimonianze “esterne” ci hanno aiutato in questo cammino di discernimento: l'incontro con Luciana Bastiani, missionaria da moltissimi anni in Laos, è stato, da questo punto di vista, straordinario. Nel percorso di ciascuna persona sono necessari punti di riferimento, persone a cui guardare per indirizzare la propria vita, e in questo senso la fede incrollabile di Luciana, il suo spirito di servizio, la sua umiltà rappresentano doni straordinari che raccontano ciò che il Signore è in grado di fare in chi si affida totalmente a lui.
Ogni esperienza proposta è stata vissuta in un clima comunitario, in cui la condivisione di ogni momento della giornata ha permesso di superare barriere relazionali che avrebbero reso altrimenti difficile l'apertura verso l'altro. I momenti di svago, dei pasti, della sera diventavano dunque ingredienti fondamentali per eliminare filtri all'interno dei gruppi di condivisione.
Vivere tre giorni in questo clima permette di prendere una boccata di ossigeno rispetto alla spesso inarrestabile routine giornaliera. Trovare del tempo per fermarsi a pensare cosa voglia dire per noi essere cristiani, e confrontarsi con coetanei che condividono lo stesso credo, diventa un'occasione eccezionale per ricaricare le... batterie della Fede. Occorre sempre ricordare che il mondo ha bisogno di valori cristiani e di giovani che siano pronti a metterli in pratica. E' importante dunque vivere con gioia la nostra Fede non solo all'interno di realtà come quelle del gruppo giovani AC, ma nella stessa quotidianità della nostra vita.
Per essere “Cristiani differenti” il Signore non ci chiede di rimanere sul Monte Tabor, ma di scendere giù nella Valle per condividere con gli altri la nostra gioia.
Letizia, Gianni e Giovanni
