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Camaldoli Esercizi Spirituali del settore adulti di Azione Cattolica

Ci sono esperienze di pace profonda e consolazione spirituale che forse solo gli esercizi spirituali permettono di fare.
Questa esperienza gli adulti dell’Azione Cattolica diocesana l’hanno potuta provare all’Oasi del Divin Maestro a Camaldoli, durante gli Esercizi Spirituali di Quaresima dal 10 al 12 marzo.
Suor Miriam Manca, Pia Discepola del Divin Maestro, ha accompagnato i partecipanti nella meditazione con autorevolezza e amabilità.
“Come un cercatore di perle. O anima mia, tuffati, tuffati nel profondo, tuffati ancora più giù, e cerca! … E cerca, cerca senza stancarti!” (Swami Paramananda)
Con questo canto da lei stessa composto sul testo del poeta e mistico indiano Paramananda, Suor Miriam ha iniziato la riflessione.
Accompagnandosi con la musica celestiale di un salterio, strumento musicale a corde della famiglia delle cetre, ha condotto tutti alla ricerca, nel profondo, dei nuovi orizzonti che Dio ha sempre da svelare.
Centrale è stato il brano del Vangelo sulle tentazioni di Gesù: lo Spirito conduce Gesù nel deserto per affrontare le seduzioni di Satana, radice di ogni tentazione umana. Ogni volta che uomini e donne sentono di avere un bisogno, bisogno di aiuto, di amici, di qualcosa che manca, è lì che si insinua il male che offre le sue soluzioni. E Gesù risponde con la Parola di Dio e insegna ad accettare la propria umanità. Il Signore ci dice di imparare a scegliere il bene, nella libertà e con la grazia di Dio.
Nel pomeriggio di sabato 11 è stata fatta l’esperienza della camminata consapevole. Guidati dalla lettura delle parole del monaco buddista Thich Nathan Hanh, recentemente scomparso, è stato proposto un esercizio di consapevolezza e ascolto, di pazienza e attesa, durante una passeggiata nel bosco.

Ecco il mormorio del vento tra i rami degli alberi, il rumore dei passi sulle foglie bagnate, lo schiantarsi dei rami secchi, il cinguettare degli uccelli. E poi il guardarsi intorno. Si vedono i ceppi marciti, le pietre e i tronchi rivestiti di muschio, le foglie morte sul terreno, i sempreverdi e gli alberi con i rami spogli, dormienti, pronti a germogliare.
Un modo per unificare corpo e spirito, per imparare l’atteggiamento contemplativo di vedere tutte le cose in Dio. Ma anche un modo per trovare il coraggio di guardare il mondo dentro noi stessi.
Molto importanti sono stati i tempi della preghiera vissuti insieme ai monaci di Camaldoli: la celebrazione del sabato sera e l’Eucarestia della domenica, con la bella omelia sulla pagina del Vangelo che narra l’incontro di Gesù con la Samaritana, un incontro che lascia desiderio di Cristo, desiderio di Pasqua.
Coinvolgente la bellezza del luogo e il sentirsi in comunione con tutta la comunità monastica, che vive una santità nascosta.
L’accoglienza delle suore, il cammino spirituale, la preghiera, l’esperienza del silenzio hanno reso la vita più libera e gioiosa.
E a tutti è stata donata una grande occasione di conversione per essere pienamente se stessi, unici e originali nella propria umanità.
È stato proposto di “entrare nell’avventura della ricerca dell’incontro e del lasciarci cercare e incontrare da Dio”. (Papa Francesco) “La perla di gran valore è nascosta profondamente… È la tua fede che ti aiuterà a trovare il tesoro ed è essa che permetterà che quello che era nascosto sia infine rivelato”.

Lucia Tanturli

La bella pieve di S.Agata ad Arfoli, sulle colline di Reggello, ha ospitato domenica 7 novembre, l’incontro sia per gli adulti che hanno partecipato ai campi estivi, organizzati dall’Azione Cattolica diocesana, nell’estate passata, sia per tutti coloro che desideravano passare un momento insieme.  In molti hanno accolto l’invito, tutti felici di ritrovare le persone con le quali hanno trascorso dei momenti di riposo, condivisione e allegria.

Dopo i saluti del parroco don Roberto Brandi, il vice presidente dell’associazione Manuele Pieraccioni ha spiegato come si sarebbe svolta la “serata insieme”: dopo un momento di preghiera ci saremo divisi in gruppi per cercare di dare risposta ad alcune domande che l’associazione si è posta, per capire ed avere più chiari gli obbiettivi e le finalità di AC nella nostra diocesi.

Le domande erano: 1) Esiste l’AC nella tua parrocchia? 2) Se esiste cosa chiedo all’AC per il mio cammino personale e comunitario? 3)Se non esiste: mi piacerebbe avere l’AC in parrocchia e perché? 4) Come posso io impegnarmi per il cammino in AC parrocchiale?

Molti dei presenti, iscritti ad AC da molto tempo, hanno espresso gratitudine per il percorso personale e formativo che hanno potuto intraprendere all’interno dell’associazione. Altri hanno testimoniato la capacità di AC di accogliere persone con fragilità, che viene percepita come una priorità identificativa dell’Associazione facendone un importante punto di riferimento, dove con semplicità e spontaneità si possono instaurare legami di amicizia e condivisione fraterna.

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