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Il Gruppo giovani-adulti diocesano di AC in visita a Rondine

Un bel sole ci ha accompagnato domenica 18 maggio sulla strada sette ponti, fino ad arrivare a Rondine, la Cittadella della Pace a pochi chilometri da Arezzo. Eravamo in tutto una quarantina tra giovani-adulti provenienti da varie zone della diocesi (con a seguito pargoli di varie età) ed un piccolo gruppo di piandiscoesi che concludevano il cammino annuale improntato sulla tematica dell'accoglienza.

Il borgo medioevale di Rondine, così curato ed accogliente, ospita giovani studenti provenienti da aree in conflitto, di diverse culture e confessioni religiose: Medio Oriente, Federazione Russa, Caucaso del sud, Balcani, Africa e Subcontinente indiano. L'esperienza di questi giovani è principalmente finalizzata alla formazione ed allo studio, ma si caratterizza perchè ciascuno è chiamato a vivere fianco a fianco con il proprio "diretto nemico" (es. studente israeliano con studente palestinese).
Ci ha dato il benvenuto il Presidente dell'associazione Rondine, il prof. Franco Vaccari accompagnato da Ismael, un ragazzo dell'Azerbaijan. Il tema dell'incontro, "Custodi delle diversità" è stato introdotto dal prof. Vaccari che ci ha proposto una testimonianza-riflessione su come Rondine cerca di custodire le differenze, sul perché e il modo in cui lo fa.
Inizialmente abbiamo riflettuto su come la vita progredisca e generi le differenze che, in quanto tali, non possiamo prevedere (al massimo possiamo prevedere... una fotocopia!). Il diverso spesso crea disagio, ansia, angoscia: tutto questo porta ad un conflitto che può costruire o distruggere. Nel caso dell'esito drammatico si arriva alla guerra, ma quando si riesce a superare le differenze si creano le cose più belle.
Il prof. Vaccari ci ha poi testimoniato come l'esperienza di Rondine garantisca uno spazio comunitario in cui ciascuno degli studenti che viene, accettando la sfida di convivere con l'altro, svolge il proprio percorso di studi quindi rientra nel proprio paese. E vi rientra anche per testimoniare, nei luoghi del proprio impegno professionale e civile, la concreta possibilità del dialogo e della pacifica convivenza.
"...Rondine è quel luogo che ha deciso di vedere se il conflitto porta per forza alla distruzione, o se invece il conflitto, conosciuto, valutato e gestito può essere trasformato e può diventare strumento di creatività e di crescita per tutti. La dimensione comunitaria è la garanzia della possibilità che le differenze si incontrino, vivano il conflitto ma non si distruggano..."
Dopo questa riflessione con il prof. Vaccari, siamo passati alla testimonianza di Ismael, arrivato a Rondine due anni fa, ed oggi quasi alla fine della sua esperienza nella Cittadella della Pace, pronto al rientro nella sua terra di origine. Ci ha parlato della bellezza di questo percorso, delle amicizie che ha costruito, ma anche delle fatiche che ha incontrato e delle differenze che lo hanno aiutato a superare il conflitto. Ismael non sa identificare il momento in cui è iniziato il suo cambiamento, ma sa per certo che questa esperienza lo ha trasformato.
Quindi un grazie a Rondine per la bella esperienza che abbiamo vissuto e per tutto quello che i ragazzi della Cittadella ogni giorno continuano a fare, con impegno, fatica e gioia.


Stefania Pini
Gruppo Diocesano Giovani & Adulti
 

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