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È stato tutt’altro che banale, per noi ragazzi dell’equipe diocesana Giovanissimi, organizzare la tre-giorni di esercizi spirituali tenutasi nel fine settimana 8-10 Aprile presso san Martino Altoreggi, la quale ha visto protagonisti circa una ventina di adolescenti provenienti da tutta la Diocesi.
Già, perché proporre a ragazzi di quella età un momento di raccoglimento e di preghiera equivale quasi certamente ad andare controcorrente, ma proprio per questo ci siamo sforzati di rendere questa iniziativa più “accattivante”. Il titolo stesso che abbiamo utilizzato per questa uscita, “Tu sei bellezza”, voleva già essere un invito per i ragazzi: venite, cerchiamo di scoprire insieme qual è la vera bellezza dentro ognuno di noi! Non lasciamoci fiaccare dal confronto con modelli di bellezza stereotipati, falsi, a cui sentiamo di dover aderire a tutti i costi ma che spesso non sono affatto “su misura” per noi, adatti per venire incontro ai nostri bisogni più profondi. Non è forse vero che talvolta sembriamo come dimenticarci di questa nostra bellezza, e viviamo le nostre giornate al ribasso, agendo solo in base a ciò che ci rimane più facile, ma rimanendo proprio per questo con una sensazione di delusione e di insoddisfazione? Quale può essere la chiave per assaporare più in profondità i momenti della nostra vita?

Ebbene, queste ed altre domande sono state l’ossatura del percorso lungo cui abbiamo cercato di accompagnare i nostri ragazzi in questi tre giorni, insieme al prezioso aiuto dei nostri assistenti, don Franco e don Carlo Brogi. Abbiamo potuto scoprire come, in fondo, molti passi del Vangelo parlino proprio di noi, della nostra vita e delle nostre difficoltà. La nostra abitudine di mascherare i nostri difetti, le nostre fragilità, di provare vergogna a causa di esse... non è la stessa preoccupazione che spinse Adamo ed Eva a coprirsi con foglie di fico quando si accorsero di essere nudi ed ebbero paura del severo giudizio di Dio (Gn 3,7-10)? Oppure: non ci riconosciamo talvolta nella figura della pecorella smarrita, che, forse proprio perché insoddisfatta della sua vita nel gregge, sente il bisogno di allontanarsene? O in quella del figliol prodigo, che torna disperato dal padre dopo che si era reso conto di aver sprecato il proprio tempo alla ricerca di piaceri effimeri (Lc 15,1-32)? Ma ecco che proprio in questi passi del Vangelo di Luca ricorre l’immagine del Padre misericordioso che anche noi abbiamo voluto trasmettere ai giovanissimi: non quella di un giudice severo, pronto a rimproverarci perché non siamo capaci di attenerci alle sue regole, ma quella del buon Pastore che si prende cura della sua pecorella, affinché essa possa riscoprire nella sua unicità ciò che la rende così preziosa agli occhi di Gesù.

Daniele Di Rosa, membro dell’equipe

Sono stati tre giorni intensi, di riflessione, di preghiera, di silenzio. Abbiamo provato a guardarci allo specchio senza paura di vedere i nostri difetti, senza timore di scoprire i nostri punti più fragili.
Abbiamo cercato di togliere quella maschera che spesso indossiamo, quella maschera capace di nascondere tutte le meraviglie che ci circondano.
Abbiamo avuto un momento di confronto e, scavando dentro al nostro cuore, ci siamo posti domande importanti come: chi sono realmente? Quando riesco ad essere me stesso senza aver paura dei pregiudizi? Quando invece indosso un vestito da supereroe? Quando mi sento un pesce fuor d’acqua?
Non sempre è facile pensare a noi, è troppo più facile parlare degli altri e di cose inutili, troppe cose ci distraggono e non troviamo dei momenti per noi. Questa esperienza è stata un grande dono che il Signore ci ha dato, due giorni belli che ci hanno insegnato a vedere e vivere con uno sguardo diverso.

Beatrice Gori, 16 anni

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