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Siamo un’associazione di laici impegnati a vivere, ciascuno "a propria misura" ed in forma comunitaria, l’esperienza di fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità.

Crediamo che sia doveroso e possibile educarci reciprocamente alla responsabilità, in un cammino personale e comunitario di formazione umana e cristiana. Vogliamo essere attenti, come singoli e come comunità, alla crescita delle persone che incontriamo e che ci sono state affidate.

L’Azione Cattolica fin da principio ha scelto di rispondere alla vocazione missionaria, mettendosi a servizio della vigna del Signore nelle singole Chiese locali. Il nostro servizio alla Chiesa si esprime nella scelta di stare in maniera corresponsabile nelle diocesi e nelle parrocchie.

Quella dell’Azione Cattolica è una storia che inizia da lontano. Raccontarla significa raccontare anche la storia della Chiesa e dell’Italia degli ultimi centoquaranta anni. È una storia, infatti, che si intreccia con la vita di migliaia di uomini e donne, che in questo lungo periodo hanno lavorato con passione e fedeltà, servendo la Chiesa e contribuendo a costruire il nostro Paese.

Oggi, dunque, noi raccogliamo un’eredità, un tesoro prezioso consegnatoci da uomini e donne, testimoni del Vangelo, che hanno saputo fino in fondo essere interpreti dei segni dei tempi.

Questo è quello che diciamo di essere, ma se la nostra associazione, i suoi aderenti sono a servizio della Chiesa, del "suo fine apostolico generale" (art. 1, Statuto) è importante ascoltare quello che gli altri dicono di noi. Tre voci autorevoli dal Concilio Vaticano II ad oggi.

Papa Paolo VI

"Su di un secondo punto vogliamo richiamare la vostra attenzione: la particolare rilevanza dell'Azione Cattolica che, in quanto collaborazione dei laici all'apostolato gerarchico della Chiesa, ha un posto non storicamente contingente, ma teologicamente motivato nella struttura ecclesiale. Dopo quanto ne ha detto il Concilio e quel che noi stessi avemmo occasione di sottolineare nella nostra Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi, il ruolo specifico dell'Azione Cattolica nel disegno costituzionale e nel programma operativo della Chiesa non può essere sottovalutato. Essa è chiamata a realizzare una singolare forma di ministerialità laicale, volta alla «plantatio Ecclesiae» e allo sviluppo della comunità cristiana in stretta unione con i ministeri ordinati." (Discorso alla III Assemblea nazionale, 25 aprile 1977)

Papa Giovanni Paolo II

"Consentitemi di profittare di questa felice occasione per consegnarvi alcuni messaggi, che tanto mi stanno a cuore.

Prima di tutto, vorrei dirvi che la Chiesa non può fare a meno dell'Azione Cattolica. La Chiesa ha bisogno di un gruppo di laici, che fedeli alla loro vocazione e stretti attorno ai legittimi Pastori, siano disposti a condividere, insieme con loro, la quotidiana fatica dell'evangelizzazione in ogni ambiente.

Come recentemente vi hanno scritto i vostri Vescovi, "il legame diretto e organico dell'Azione Cattolica con la diocesi e con il suo Vescovo, l'assunzione della missione della Chiesa, il sentirsi "dedicati" alla propria Chiesa e alla globalità della sua missione; il far propri il cammino, le scelte pastorali, la spiritualità della Chiesa diocesana, tutto questo fa dell'Azione cattolica non un'aggregazione ecclesiale tra le altre, ma un dono di Dio e una risorsa per l'incremento della comunione ecclesiale" (Lettera del Consiglio Permanente della C.E.I. alla Presidenza Nazionale dell'ACI, del 12 marzo 2002).

La Chiesa ha bisogno dell'Azione Cattolica, perché ha bisogno di laici pronti a dedicare la loro esistenza all'apostolato e a stabilire, soprattutto con la Comunità diocesana, un legame che dia un'impronta profonda alla loro vita e al loro cammino spirituale. Ha bisogno di laici la cui esperienza manifesti, in maniera concreta e quotidiana, la grandezza e la gioia della vita cristiana; laici che sappiano vedere nel Battesimo la radice della loro dignità, nella Comunità cristiana la propria famiglia con cui condividere la fede, e nel Pastore il padre che guida e sostiene il cammino dei fratelli; laici che non riducano la fede a fatto privato, e non esitino a portare il fermento del Vangelo nel tessuto delle relazioni umane e nelle istituzioni, nel territorio e nei nuovi luoghi della globalizzazione, per costruire la civiltà dell'amore. (Discorso alla XI Assemblea nazionale, 26 aprile 2002)

Papa Benedetto XVI

L’Azione Cattolica nacque come una particolare associazione di fedeli laici contrassegnata da uno speciale e diretto legame con il Papa, diventando ben presto una forma preziosa di "collaborazione dei laici all’apostolato gerarchico", raccomandata "vivamente" dal Concilio Vaticano II, che ne individuò le irrinunciabili "note caratteristiche" (cfr Decreto Apostolicam actuositatem, 20). Questa sua vocazione resta valida ancor oggi. Vi incoraggio pertanto a proseguire con generosità nel vostro servizio alla Chiesa. Assumendone il fine apostolico generale, in spirito di intima unione con il Successore di Pietro e di operosa corresponsabilità con i Pastori, voi incarnate una ministerialità in equilibrio fecondo tra Chiesa universale e Chiesa locale, che vi chiama ad offrire un contributo incessante e insostituibile alla comunione.

Questo ampio respiro ecclesiale, che identifica il vostro carisma associativo, non è il segno di un’identità incerta o sorpassata; attribuisce piuttosto una grande responsabilità alla vostra vocazione laicale: illuminati e sorretti dall’azione dello Spirito Santo e costantemente radicati nel cammino della Chiesa, siete provocati a ricercare con coraggio sintesi sempre nuove fra l’annuncio della salvezza di Cristo all’uomo del nostro tempo e la promozione del bene integrale della persona e dell’intera famiglia umana.

Nel mio intervento al IV Convegno ecclesiale nazionale, tenutosi a Verona nell’ottobre 2006, ho riconosciuto che la Chiesa in Italia "è una realtà molto viva, che conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni età e condizione. Le tradizioni cristiane sono spesso ancora radicate e continuano a produrre frutti, mentre è in atto un grande sforzo di evangelizzazione e catechesi, rivolto in particolare alle nuove generazioni, ma ormai sempre più anche alle famiglie" (Insegnamenti di Benedetto XVI, vol. II/2, 2006, pp. 468-469). Come non vedere in questa presenza capillare anche un segno discreto e tangibile dell’Azione Cattolica? L’amata Nazione italiana, infatti, ha sempre potuto contare su uomini e donne formati nella vostra Associazione, disposti a servire disinteressatamente la causa del bene comune, per l’edificazione di un giusto ordine della società e dello Stato.

Sappiate dunque vivere sempre all’altezza del vostro Battesimo, che vi ha immerso nella morte e risurrezione di Gesù, per la salvezza di ogni uomo che incontrate e di un mondo assetato di pace e verità. Siate "cittadini degni del Vangelo" e "ministri della sapienza cristiana per un mondo più umano": questo recita il tema della vostra Assemblea e questo è l’ impegno che oggi assumete davanti alla Chiesa italiana, qui rappresentata da voi, dai vostri presbiteri assistenti, dai Vescovi e dal loro Presidente. (Discorso Incontro nazionale Festa dei 140 anni, 4 maggio 2008)

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