Rosano, 9-15 aprile 2018
Ecco, com’è bello e com’è dolce
Che i fratelli vivano insieme! (Sal. 133, 1)
Gustate e vedete com’è buono il Signore. (Sal. 34, 9)
Sarà un caso che i versetti di questi due Salmi facciano riferimento alle stesse sfere sensoriali? Il gusto e la dolcezza, e la vista e la bellezza. Si direbbe che il vivere insieme sia di per sé un’esperienza di vita nel Signore. In fondo, il volto dei fratelli non è realmente un riflesso del volto del Figlio? e abitare con loro non è un po’ abitare in Lui?
Noi giovani responsabili dell’AC diocesana possiamo dire di aver fatto quest’esperienza durante i giorni della settimana comunitaria che abbiamo vissuto dal 9 al 15 aprile (terminando con la due giorni unitaria del 14-15 insieme al settore adulti). Ospitati nella foresteria dell’abbazia di Rosano, abbiamo condotto le nostre vite abituali, chi andando a scuola, chi frequentando l’università, chi lavorando, con una sola differenza essenziale: dormivamo, cenavamo e pregavamo tutti sotto lo stesso tetto. Tutti in un’unica casa, come ci siamo abituati a dire con il trascorrere dei giorni: “andiamo a casa!”.
Abbiamo abitato insieme. Insieme abbiamo spezzato il pane, insieme ci siamo radunati all’ascolto della Parola di Dio (At. 2, 42), nei momenti della liturgia delle ore che condividevamo (lodi e compieta) e poi ciascuno nella sua giornata, con il quadernino che avevamo con noi, nel quale, per ogni giorno, era indicato un brano di Vangelo ed era riportato un estratto del libro Vita comune di Dietrich Bonhoeffer.
Avevamo tutti già fatto esperienza di vita comunitaria nei vari campi scuola, o altre esperienze del genere, ma qui si è trattato di un’altra cosa. Qui eravamo più “liberi”, ciascuno più integralmente se stesso grazie al fatto di portare con sé gli elementi della propria vita quotidiana. E forse per questo, ogni istante in cui ci vedevamo insieme assumeva un gusto e una luce più rari.
Siamo stati, in qualche modo, responsabili gli uni degli altri. La vita di ciascuno diventava un po’ meno sua e un po’ più condivisa. Abbiamo fatto comunione, noi membra di un unico corpo di cui a volte ci dimentichiamo di far parte.
È stata un’esperienza che ci ha fatto bene, a noi che spesso ci vediamo per organizzare e pianificare e più difficilmente solo per stare insieme e chiedersi: “Come va? Come è andata la tua giornata?”. Perdere un po’ di tempo senza mettere in pausa la propria vita.
In fondo, non sono questi i luoghi di quel discernimento che Papa Francesco ci sta invitando a riscoprire? L’ascolto della Parola di Dio, la propria vita, anche la voce dei fratelli, per bocca dei quali spesso lo Spirito ci si manifesta e ci sorprende.
Da questi giorni sono sorte delle belle riflessioni, espresse nel desiderio di tenere vivo ciò che abbiamo esperito, di continuare a essere dei giovani che si sostengono reciprocamente nella ricerca, a essere una Chiesa che cammina. Una Chiesa bella, perché la vita nello Spirito si vede: “La bellezza è lo spirituale nella materia, ed è migliore del buono e del vero, perché ne è la carne.” (V. Soloviev)
Berbardo Baldini, Consigliere Settore Giovani